domenica 5 aprile 2015

E' sempre colpa sua

Sicuramente avrete sentito in questi giorni della morte di una ragazzina undicenne morta durante una trasferta con la sua squadra di pallavolo.


Ho appena letto un'ansa (da cui mi permetto anche di rubare la foto) che riporta la notizia che la procura di Torino, non contenta dell'esito dell'autopsia che imputa a un'emorragia celebrale la causa del decesso, ha disposto ulteriori accertamenti presso la sede della società a Nova Ligure, dove verranno acquisite le documentazioni relative alle visite mediche.

Ora io capisco la volontà di far luce sulla vicenda ma a volte mi sembra che in ogni tragedia si voglia per forza trovare un colpevole. L'opinione pubblica non tollera la fatalità, vuole un nemico, un capro espiatorio verso cui puntare il dito e addosso a cui scaricare la propria frustrazione per insuccessi personali o di gruppo (leggasi crisi), sia esso l'Europa, un incolpevole immigrato o il povero dirigente di una piccola società di pallavolo di Nova Ligure.


venerdì 3 aprile 2015

Storie di ordinaria innocenza

Probabilmente sono l'ennesimo blogger che ne parla, ma a me quest'immagine è rimasta impressa e a distanza di giorni spinge ancora a riflettere. Rappresenta una bambina che si arrende a un fotografo scambiando la sua fotocamera per un'arma. E' stata scattata in piena guerra in Siria.

di Osman Sagirli, dicembre 2014, Siria

L'otturatore scambiato per un grilletto, l'obiettivo che si fa mirino, la messa a fuoco che diventa uno sparo. 

Da una parte fa capire quanto assurda sia la guerra, un male che priva i bambini della loro infanzia, gli uomini della loro vita.

Ma da un altro punto di vista mi fa star bene, quasi sorridere. Sì, perchè l'innocenza dello sguardo della bimba è contagiosa, fa pensare che esiste ancora un mondo incorrotto che non concepisce il Male. E io in quest'illusione mi voglio crogiolare.