Sicuramente avrete sentito in questi giorni della morte di una ragazzina undicenne morta durante una trasferta con la sua squadra di pallavolo.
Ho appena letto un'ansa (da cui mi permetto anche di rubare la foto) che riporta la notizia che la procura di Torino, non contenta dell'esito dell'autopsia che imputa a un'emorragia celebrale la causa del decesso, ha disposto ulteriori accertamenti presso la sede della società a Nova Ligure, dove verranno acquisite le documentazioni relative alle visite mediche.
Ora io capisco la volontà di far luce sulla vicenda ma a volte mi sembra che in ogni tragedia si voglia per forza trovare un colpevole. L'opinione pubblica non tollera la fatalità, vuole un nemico, un capro espiatorio verso cui puntare il dito e addosso a cui scaricare la propria frustrazione per insuccessi personali o di gruppo (leggasi crisi), sia esso l'Europa, un incolpevole immigrato o il povero dirigente di una piccola società di pallavolo di Nova Ligure.